
Italia e India, sempre più forte la cooperazione tecnica e commerciale
L’India è il quinto mercato di destinazione del made in Italy nella regione Asia-Pacifico. Lo scorso anno il valore complessivo dell'export italiano nel subcontinente ha raggiunto i 5,2 miliardi di euro segnando +1% sul 2023. Il “Piano d’azione” dell’export italiano
prossimo triennio l’economia indiana è prevista in crescita a ritmo sostenuto, sino a diventare entro il 2028 il 4° o il 3° player globale. L’OECD Economic Outlook – interim report presentato il 23 settembre scorso stima che, a fronte di una crescita globale pari al 3,2% nel 2025, il PIL dell’India si incrementi del 6.3% nell’anno fiscale 2025-26 e del 6.4% nel successivo, in linea con le valutazioni di altri analisti (S&P e Deloitte). Possiamo aggiungere che la stessa OECD prevede invece per la Cina una crescita nel 2025 - 2026 rispettivamente del 4,9% e del 4,4%. Sul fronte del commercio estero, l’India si è data un obbiettivo estremamente ambizioso: raggiungere entro il 2030 i 2 trilioni di dollari in export di beni e servizi. Considerato che nel 2024 la cifra è stata di 800 mld di dollari, il Paese è piuttosto indietro rispetto al target, anche in considerazione dell’attuale congiuntura degli scambi. L’India però conferma la propria capacità di attrarre investitori esteri, i dati Unctad (United Nations Conference on Trade and Development) indicano uno stock di Investimenti Diretti Esteri in India nel 2024 pari a Usd 548 mld, di cui flussi 2024 per Usd 28 mld.
Analizzando i rapporti economici e commerciali bilaterali tra l’Italia e il Paese asiatico forniamo di seguito gli ultimi dati disponibili. L’India è il 29° mercato di destinazione per l'export italiano e il 5° in Asia-Pacifico. L’export italiano nel 2024 ha raggiunto euro 5,2 mld di euro (+ 1% su 2023), con macchinari ed apparecchiature che pesano per oltre il 40%. L’import 2024 è stato di circa 9 mld di euro. Nel primo semestre del 2025 il nostro export ha raggiunto EUR 2.511 mln (+0,7%), le importazioni si sono invece fermate ad EUR 4.166 mln (-12,1%). Continua quindi il trend di riduzione dell’import, imputabile principalmente alla contrazione della metallurgia e dei derivati del petrolio. Invece, il calo dell’import tradizionale relativo a prodotti tessili, di abbigliamento e degli articoli in pelle, è molto contenuto e rimane uno zoccolo duro delle nostre importazioni dal subcontinente, dovuto principalmente alle collaborazioni produttive stabilite negli anni con le imprese italiane.
In questo contesto, l’India è al centro dell’attenzione delle nostre politiche commerciali italiane. Il Paese, infatti, è inserito nel Piano d’Azione del MAECI per l’export italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale. Nel quadro del Piano si inserisce il Forum Imprenditoriale Scientifico e Tecnologico Italia-India, un evento biennale per promuovere la collaborazione tra i due Paesi in ambito scientifico, tecnologico e imprenditoriale. L'ultima edizione si è svolta a New Delhi lo scorso aprile. Sempre a supporto del Piano, si devono segnalare i finanziamenti dedicati al mercato dell’India e messi a disposizione da SACE e Simest.
SACE ha concluso un accordo del valore di 500 mln di Usd con il principale Gruppo Finanziario non bancario Indiano Shriram Finance Limited (SFL). La forma tecnica dell’intervento SACE è la garanzia prestata su un finanziamento internazionale in favore di SFL finalizzato al sostegno degli acquirenti Indiani di autoveicoli italiani nuovi ed usati. Shriram Finance, infatti, offre soluzioni finanziarie per l’acquisto di diverse tipologie di veicoli commerciali: per trasporto persone e merci, per il settore delle costruzioni e per l’agricoltura. L’operazione si inquadra nella Push Strategy SACE che prevede un sostegno all’export italiano con forme di intervento che incidano sullo sviluppo e sulla crescita del mercato estero.
SIMEST da parte sua ha dato piena operatività al Pacchetto India, con una dotazione di 500 mln di Euro finalizzati a sostenere le esportazioni e gli Investimenti italiani in India. Di questo importo, 200 mln di euro – a valere sul fondo 394/81 – sono costituiti da finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto (fino al 20%) per costi collegati alle iniziative imprenditoriali all’estero, quali la ricerca di partner, la partecipazione a fiere ed eventi, la formazione del personale locale, le certificazioni, l’apertura di temporary store. Sono inoltre finanziabili interventi per il rafforzamento della solidità patrimoniale, l’innovazione e la transizione digitale e green. Ulteriori 300 mln di euro rafforzano lo strumento del “Credito Fornitore”, intervento di Trade Finance a sostegno dell’export di beni di investimento che prevedano dilazioni minime di pagamento di 24 mesi, in questo caso da parte di aziende italiane verso il mercato indiano. Questo strumento è finalizzato a fornire un contributo che mitighi i costi, che gravano sull’esportatore, relativi allo sconto concesso da un istituto finanziario per la cessione pro soluto o pro-solvendo del credito. L’elemento nuovo è che lo strumento ora si applica anche alle fatture commerciali oltre che agli usuali impegni di pagamento (promissory note, lettere di credito, garanzie di pagamento).









