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L'India accelera la modernizzazione dell'economia agricola

Il subcontinente accelera sulla modernizzazione della propria economia agricola. Nel 2025 le vendite di trattori, ancora in crescita, potrebbero raggiungere l’iperbolica cifra del milione di unità. Sempre più forte nel settore agromeccanico la cooperazione tecnica con l’Italia

di Valentino Federici
dicembre 2025 | Back

In un mercato mondiale della meccanizzazione agricola che tira il fiato e che in molti Paesi sembra quasi asfittico c’è chi respira a pieni polmoni: l’India. Nel 2025 le vendite di nuovi trattori nel subcontinente sono in crescita: nei primi otto mesi dell’anno hanno toccato le 615 mila unità, con un incremento vicino al 15% rispetto all’analogo periodo del 2024 e, a meno di improbabili scossoni, l’anno si chiuderà attorno o più probabilmente sopra alle 900 mila macchine. Solo per avere un significativo parametro di confronto vale la pena ricordare che le immatricolazioni di nuovi trattori agricoli nell’intera Europa nel 2024 si sono fermate a 144 mila unità e che difficilmente anche nel 2025 si supererà quota 150 mila.

A differenza dei mercati europeo, americano, giapponese o sudcoreano, quello indiano si contraddistingue per la prevalenza delle basse potenze, di trattori “basici”, di soluzioni non sempre ad elevato contenuto tecnologico. Caratteristiche, queste, che non scalfiscono la tendenza di crescita continua dell’intera agricoltura indiana e più in generale del Paese più popoloso al mondo con i suoi 1,5 miliardi di abitanti. I dati segnalano come il subcontinente sia pronto a diventare la quarta potenza globale mondiale già nel 2026 e la terza nell’arco del prossimo trentennio. E c’è chi va oltre: Goldman Sachs Research prevede che il Pil dell’India supererà quello dell’intera area euro nell’arco di 25 anni (indicativamente nel 2051) e quello degli Stati Uniti entro 50. Proiezioni tutt’altro che inverosimili se si pensa che dal 2021 il Pil – attualmente si avvicina ai 4 mila mld di dollari – è cresciuto mediamente del 7% annuo e che aumenterà del 6,3-6,5% nel 2025, registrando incrementi analoghi anche per i prossimi tre anni.

I trend a breve e medio termine sono dunque positivi, come evidenziano gli analisti, tuttavia il Paese si trova anche oggi a fronteggiare significativi squilibri sociali e rilevanti differenze fra città e campagna. Ma anche in questo contesto va rimarcata la tendenza espansiva: secondo la Banca Mondiale, il Pil pro-capite è passato nell’ultimo triennio dai circa 2.300 dollari del 2022 ai 2.700 del 2024. Con la proiezione di superare i 3 mila dollari nel 2026. Negli ultimi dieci anni, l’India ha ridotto in misura considerevole la povertà, con la povertà estrema che – rileva sempre la Banca Mondiale – è passata dal 16,2% nel 2011-12 al 2,3% nel 2022-23, emancipando 171 milioni di persone da condizioni di povertà assoluta. Lo stesso organismo internazionale in un report ad hoc accredita l’India come una delle potenze agricole planetarie dal momento che il Paese asiatico contribuisce al 7,5% alla produzione agricola mondiale, e risulta essere il principale produttore di latte, spezie e legumi; il secondo di grano, cotone, canna da zucchero, pesci da allevamento, frutta, verdura e tè.

In un simile scenario l’agricoltura rimane un settore più che strategico: contribuisce al 18% del Pil e occupa ancora oggi più del 45% della forza lavoro. Su una superficie lorda di oltre 200 milioni di ettari, ben 140 milioni sono quelli seminati, più della metà irrigati. Dominano i cereali (al riso sono destinati oltre 40 milioni di ettari) ai quali si aggiungono 25 milioni di ettari di semi oleosi e circa 20 milioni di ettari destinati all’ortofrutticoltura.

Dell’importanza del comparto primario è conscio Narendra Modi, che ha iniziato nel giugno del 2024 il suo terzo quinquennio al vertice dell’India. Il primo ministro, oltre ad avere portato la disoccupazione (ad agosto 2025 era al 5,1%) e il tasso di inflazione (a settembre 2025 era all’1,5%) ai minimi storici e sensibilmente diminuito il rap­porto fra debito pubblico e Pil (poco sotto al 60%), ha attivato tramite il Ministero dell’agricoltura e del benessere degli agricoltori una serie di misure specifiche per far crescere l’economia agricola indiana. Fra questi, il programma governativo Pm-Kisan che offre un sostegno finanziario diretto ai piccoli agricoltori dell’intero Paese. L’importo – 6.000 rupie all'anno, equivalente a circa 100 dollari suddivisi in tre rate uguali – può sembrare all’apparenza modesto, tuttavia, per diverse piccole realtà rappresenta un aiuto concreto e un segnale di interesse. Attenzione che cresce anche per il mondo del biologico, nel quale è attivo da diversi anni l’Npop (Programma nazionale per la produzione biologica) che conta di convertire ad agricoltura biologica diverse centinaia di migliaia di ettari, in particolare nel Punjab e nell’area di Chandigarh.

Sul fronte dell’innovazione un passo importante è stato fatto nel 2024 con il lancio del Krishi Dss, infrastruttura pubblica digitale per le innovazioni geospaziali nel settore agricolo. Si tratta di una piattaforma basata su cloud che consentirà ai produttori agricoli di accedere a una vasta gamma di immagini satellitari e altri set di dati. Un aiuto operativo per gestire al meglio le informazioni e un primo passo concreto verso la digitalizzazione e l’agricoltura di precisione, entrambe strategiche per il settore agromeccanico indiano.

Un mercato, questo, che è in forte crescita, non solo come unità vendute ma anche come valore. Secondo ICE Agenzia, che ha dedicato all’India più di un rapporto, il comparto a fine 2023 valeva complessivamente 13,7 miliardi di dollari ed è destinato a crescere in modo imponente nei prossimi otto anni, raggiungendo nel 2033 la quota di 31,6 miliardi di dollari con un tasso di incremento annuo pari a circa il 9%. Il trend positivo delle vendite sarà conseguenza di una maggiore varietà di mezzi richiesti dalle imprese agricole. Lo studio Ice evidenzia infatti come il panorama attuale sia dominato dalle trattrici agricole propriamente dette, che da sole coprono l’86% del mercato, seguite dalle altre tipologie di trattrici (8%) e dai rimorchi (5%). Le altre categorie di macchine comprese quelle per la raccolta detengono una quota complessiva pari all’1%. Lo stesso Istituto per il commercio con l’estero rimarca come nei prossimi dieci anni la gamma delle tecnologie sia destinata ad ampliarsi in modo considerevole, giacché il sistema agricolo del subcontinente richiede un ammodernamento dei mezzi in tutti i segmenti produttivi. Attrezzature di nuova concezione sono richieste per lavorazioni e semina ma anche per i sistemi di irrigazione e per il comparto irrorazione. Molti dei nuovi mezzi agricoli – conclude il report ICE – saranno equipaggiati con sistemi digitali.

Per le imprese costruttrici si tratta di un’opportunità evidente. Realtà importanti (Argo Tractors, Maschio-Gaspardo, BCS per citarne alcune) hanno da tempo in India stabilimenti di proprietà o hanno siglato accordi produttivi, altre società hanno rilevanti contatti commerciali in un mercato che, anche a causa dell’instabilità geopolitica mondiale, è diventato per l’agromeccanica made in Italy uno dei principali obiettivi di sviluppo. Gli ultimi dati Istat evidenziano per il 2024 un valore delle importazioni italiane di trattrici e macchine agricole dall’India di poco più di 70 milioni di euro, con un dato 2025 che dovrebbe chiudersi su valori analoghi. Di grande interesse, al riguardo, è un recentissimo (novembre 2025) studio di FederUnacoma su dati exportplanning.com che analizza le prospettive di mercato delle macchine agricole e l’andamento dell’interscambio commerciale fra Italia e India fino al 2028. Import ed export sono visti in sensibile aumento: le importazioni cresceranno mediamente dell’8% all’anno mentre le esportazioni dovrebbero aumentare dagli attuali 26,4 milioni (con una quota di mercato italiana in India del 3,6%) agli oltre 38 milioni del 2028 (quota del 4,2%). Se questa tendenza dovesse essere confermata, così come lascia intendere la sempre più stretta cooperazione tecnica e commerciale tra i due Paesi nel settore agromeccanico, l’Italia potrebbe diventare il terzo Paese esportatore per importanza, dopo Cina e Thailandia. Anche per questo l’interesse suscitato da Eima Agrimach e dall'andamento economico dell'India è andato crescendo nel tempo.

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