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Nuovo accordo per EIMA: a Bologna fino al 2030

Firmato l'accordo per la permanenza a Bologna della rassegna internazionale della meccanica agricola. Le parti sottoscrivono per altre sette edizioni biennali, con l'impegno da parte di BolognaFiere a ristrutturare il quartiere espositivo entro il 2024, con "step" intermedi di monitoraggio del comune progetto. L'accordo di lungo periodo e il completo rinnovamento del quartiere fieristico, che hanno l'avallo della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna, puntano a rafforzare il ruolo dell'EIMA nel panorama fieristico internazionale

a cura della Redazione
gennaio - febbraio 2017 | Back

L’accordo tra BolognaFiere e FederUnacoma per la rassegna internazionale dell’EIMA è stato ufficialmente firmato. Il presidente  di BolognaFiere Franco Boni e il presidente della Federazione italiana dei costruttori organizzatrice della rassegna Massimo Goldoni – firmatari del nuovo contratto - ne hanno dato notizia il 1 febbraio scorso a Bologna nel corso di una conferenza stampa. L’accordo impegna le parti sino al 2030, per la realizzazione di sette edizioni biennali (a partire dal 2018), e consolida una collaborazione storica, iniziata con la prima edizione della rassegna tenutasi nel 1969 nella città capoluogo dell’Emilia Romagna, una collaborazione che ha visto lo svolgimento sino a oggi di 36 edizioni annuali e di 6 edizioni biennali (a partire dal 2006). L’accordo prevede la realizzazione da parte di BolognaFiere di un vasto piano di ristrutturazione e riqualificazione del quartiere fieristico – condizione necessaria per dare ulteriori prospettive di crescita alla rassegna della meccanica agricola - con interventi distribuiti nell’arco dei prossimi otto anni e il completamento dei lavori fissato per l’edizione del 2024. Il contratto prevede altresì due “step” intermedi rispettivamente nel 2018 e nel 2022 per monitorare l’avanzamento del progetto in funzione delle esigenze dell’evento fieristico. Al termine del processo di ristrutturazione del quartiere la superficie espositiva netta sarà pari a 140 mila metri quadrati all’interno di padiglioni di nuova concezione e con i più elevati standard in termini di comfort e funzionalità. L’investimento complessivo per il piano di revamping del quartiere fieristico di Bologna si inserisce nel più ampio piano di sviluppo della società, approvato dalla assemblea dei soci nel dicembre 2016.

«Con l’approvazione del piano di sviluppo da parte della assemblea dei soci BolognaFiere andiamo a rafforzare ulteriormente la nostra competitività a livello internazionale – ha dichiarato Franco Boni, presidente BolognaFiere – offrendo alle nostre manifestazioni, organizzate direttamente o ospitate, nuove opportunità di business. Bologna é una location espositiva con plus eccezionali, sia dal punto di vista dei collegamenti, sia per quanto riguarda la ricchezza di un territorio che trasforma il soggiorno in città in un’esperienza che non si limita agli ambiti commerciali. Una situazione che nasce anche dalla forte collaborazione di BolognaFiere con le Istituzioni locali, Comune e Regione in primis, e che si concretizza in un più ampio progetto di marketing territoriale».

La portata di questo piano di rilancio è stata sottolineata in conferenza stampa anche dal Sindaco della città di Bologna Virginio Merola, il quale ha ricordato come l’amministrazione comunale abbia svolto e intenda svolgere anche in futuro un ruolo di primo piano nel supportare e orientare le politiche fieristiche, giacché la struttura espositiva rappresenta una risorsa importante per tutta l’economia locale. De resto un evento fieristico basa il proprio successo non soltanto sui contenuti tecnici dell’evento stesso ma anche sull’offerta complessiva, quindi sulla qualità della struttura e sul fascino, sull’attrattiva e sulla capacità d’accoglienza della città ospitante.   

«Il nuovo accordo si basa su una precisa logica economica che misura il potenziale dell’EIMA anche in prospettiva – ha detto il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – e rappresenta per entrambe le parti una scelta imprenditoriale ben ponderata, peraltro sostenuta con convinzione dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Bologna». «Ma l’accordo ha un valore importante anche sotto il profilo simbolico – ha aggiunto Goldoni – perché l’Emilia Romagna è nell’immaginario collettivo una terra di agricoltura e insieme di motori, una Regione che vede una concentrazione imponente di industrie costruttrici di macchine, attrezzature e componentistica per l’agricoltura e la cura del verde. Questo accordo rafforza dunque il sodalizio fra l’agricoltura e l’industria, e consacra Bologna come ‘capitale mondiale della meccanica agricola».  

L’esposizione internazionale dell’EIMA merita questo importante progetto di rilancio, perché rappresenta un caso di successo nel panorama fieristico internazionale. La rassegna della meccanica agricola registra infatti un costante incremento in termini di espositori, visitatori, operatori esteri, con una particolare accelerazione nelle cinque edizioni biennali dal 2008 al 2016, vale a dire nel periodo in cui - a causa della crisi internazionale e della proliferazione degli eventi espositivi nelle aree economiche emergenti – il settore fieristico in Europa ha spesso segnato il passo. A dispetto delle congiunture negative, l’EIMA di Bologna è passata dai 1.635 espositori del 2008 ai 1.915 dell’edizione 2016 svoltasi nel novembre scorso, con un incremento del 17%; e soprattutto è passata da un numero di visitatori pari 140.700 nel 2008 alla cifra record di 285.000 nell’edizione 2016, con un incremento del 103%. In proporzione analoga è cresciuto il numero degli operatori esteri (98%), passati dai 22.500 del 2008 ai 44.500 della scorsa edizione. Con questi numeri la rassegna dell’EIMA ha raggiunto una posizione di grande prestigio nel panorama internazionale delle fiere di settore, affermandosi come una delle prime in assoluto per numero di espositori e visitatori e come quella con il maggior livello di internazionalità, per la presenza di industrie costruttrici da 45 Paesi e di visitatori da oltre 160 Paesi.

A fronte di incrementi così consistenti si prevede, per gli anni prossimi, una crescita di domanda per quanto riguarda la superficie espositiva e una maggiore aspettativa anche per quanto riguarda le caratteristiche architettoniche dei padiglioni. Per superare i limiti strutturali del quartiere fieristico, in questi anni si è cercato di soddisfare la richiesta di area espositiva con la predisposizione di padiglioni provvisori e l’utilizzo delle superfici esterne. Con l’attuazione del nuovo piano di ampliamento e ristrutturazione si potrà efficacemente corrispondere alle richieste sia in termini di capienza sia in termini di qualità dell’impianto e dei servizi.

Grazie all’ampio e radicale rinnovamento del quartiere fieristico la rassegna dell’EIMA potrà compiere un salto di qualità e confermarsi – in virtù di standard sempre più elevati – come piattaforma privilegiata soprattutto per gli operatori internazionali. Le sole delegazioni estere ufficiali che visitano l’EIMA per sviluppare relazioni d’affari con le industrie costruttrici – organizzate congiuntamente dall’Agenzia Ice e da FederUnacoma – risultano in costante aumento (80 delegazioni da 70 Paesi nell’edizione 2016), a conferma di come sia aumentato l’interesse per questa manifestazione, e di come stia crescendo anche l’aspettativa in fatto di accoglienza e di servizi per il business.

«Questo fra BolognaFiere e EIMA è un accordo di straordinaria importanza - ha affermato il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini - non solo perché garantisce a Bologna e all’Emilia-Romagna di continuare ad essere, nel panorama mondiale, una vetrina di straordinaria efficacia per quanto riguarda l’alta tecnologia legata alla meccanica agricola, ma anche perché rappresenta un esplicito riconoscimento alla centralità del sistema fieristico regionale, fulcro per ogni politica di internazionalizzazione di un sistema produttivo che vede nei mercati mondiali il proprio orizzonte di riferimento. Per questo, insieme agli altri soci pubblici e privati, come Regione Emilia-Romagna abbiamo operato affinché la Fiera di Bologna potesse essere nelle condizioni di rilanciare, potenziando le strutture e rinnovando il quartiere fieristico, per garantire ad essa e a tutto il sistema fieristico emiliano-romagnolo - che auspichiamo possa essere ricondotto ad una unica governance regionale - quei margini di crescita che sono indispensabili per un’efficace promozione del nostro sistema produttivo».


BolognaFiere, un “motore” dell’economia territoriale

L’attività di BolognaFiere – secondo quartiere fieristico italiano, fra i primi a livello Europeo e internazionale – vede la partecipazione annuale, per la sola capogruppo BolognaFiere, di più di 1,3 milioni di operatori e 14.000 espositori di cui il 35% esteri (Fonte EMECA European Major Exhibition Centres Association, 2015). Oltre 80 le manifestazioni nel portafoglio della Società (Capogruppo) in Italia e all’estero, per la quasi totalità business to business, in cui trovano espressione i maggiori distretti industriali italiani, dalla cosmesi all’agroindustria, dall’automotive e dalla meccanica agricola alle costruzioni, dal biologico/naturale alla ceramica e arredo-bagno fino alla cultura. BolognaFiere è una realtà fortemente integrata nel territorio, con una posizione baricentrica sui principali assi di collegamento nazionali e internazionali, al centro di una rete infrastrutturale che la vede collegata – con alta velocità, rete autostradale e aeroporto internazionale – alle principali destinazioni italiane ed estere, BolognaFiere è un importante strumento a disposizione delle imprese del nostro Paese per sviluppo al business e l’internazionalizzazione. Decisamente incisivo il suo indotto sul territorio e il suo valore quale strumento di marketing territoriale anche per lo sviluppo dei flussi turistici. Una recente ricerca di Nomisma sull’impatto economico dell’attività fieristica sul territorio conclude che le manifestazioni fieristiche ospitate da BolognaFiere hanno determinato (nel 2015) una ricaduta totale sul sistema economico bolognese pari a 890 milioni di euro, la cui distribuzione è andata per quasi l’80 per cento ai settori alberghiero e della ristorazione (con una quota del 42% sul totale), ai servizi professionali (25%) e al comparto manifatturiero (10%).

 

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