L'informazione sulla meccanizzazione per l'agricoltura, il giardinaggio, componentistica e multifunzionalità.
Reportage

Un futuro tecnologico per lagricoltura indiana

L'edizione 2017 di EIMA Agrimach ha avuto l'innovazione come tema guida, prevedendo sessioni di lavoro dedicate alla descrizione delle tecnologie più avanzate che possono trovare applicazione nelle regioni del Subcontinente. Tra gli eventi svoltisi nell'ambito della rassegna, la premiazione del concorso per le soluzioni tecnologiche più interessanti elaborate dagli studenti delle università e delle scuole di agraria

a cura della Redazione
gennaio 2018 | Back

La rassegna internazionale della meccanica agricola di New Delhi ha offerto tre giorni di attività espositive, prove dimostrative di mezzi meccanici, incontri d’affari e convegni su temi tecnici e di politica agricola. I mezzi meccanici esposti ad EIMA Agrimach sono stati selezionati sulla base delle esigenze dell’agricoltura indiana e dei Paesi asiatici: trattrici, mietitrebbiatrici, mietilegatrici, trinciatrici, trapiantatrici per risaie, motocoltivatori, ma anche atomizzatori, macchine per la lavorazione del terreno, e componentistica che abbraccia un’ampia rosa merceologica, dai cilindri idraulici agli attacchi a tre punti fino ai vomeri e alle zappette, sono stati presentati dinnanzi ad un pubblico di agricoltori, tecnici della meccanizzazione e operatori economici. La rassegna ha offerto dunque tecnologie aggiornate ed efficienti, ma ha guardato anche al futuro interpellando gli esperti sulle nuove tecnologie e promuovendo la ricerca e le idee innovative. Alle tecnologie d’avanguardia è stato dedicato un grande convegno, svoltosi nella giornata di venerdì 8 dicembre e articolato in due sessioni. Nella prima sessione, presieduta da Neelkamal Darbari, primo segretario del dipartimento Agricoltura ed orticoltura del Rajasthan e moderata da Tarun Baijnath di Grant Thornton India, hanno partecipato come relatori P.C. Bargale, dell’Istituto centrale di ingegneria agraria, Sami Khan di Rabo Equity Advisor e Baldev Singh di AMMA India, evidenziando come la divulgazione e la formazione professionale degli addetti al settore primario siano determinanti per realizzare un salto di qualità e per sopperire a quegli aspetti strutturali dell’agricoltura indiana che ne condizionano lo sviluppo, vedi fra gli altri il frazionamento della proprietà fondiaria e la dimensione estremamente ridotta delle superfici medie aziendali (0,7 ettari), oltre che le variabili meteorologiche legate prevalentemente ai monsoni. Nella seconda sessione, che è stata moderata da Dennis Varghese di TATA Capital Financial Services, e che ha visto la partecipazione come relatori di Rohtash Mal (EM3 Agriservices), Balachandra Babu (AMMA India), Taranjeet Singh (AgNext), Dinesh Vashishtha (Tirth Agro Technology), Pramod Ekbote (Kirloskar Oil Engines) e Chen Xingying (China Agricultural Machinery Distribution Association), sono state descritte alcune tecnologie innovative che possono trovare efficace applicazione nell’agricoltura indiana. I droni – è stato spiegato – possono svolgere un prezioso monitoraggio dello stato vegetativo delle colture, dei loro fabbisogni in termini di fertilizzanti e delle necessità fitosanitarie, mentre anche le tecniche di minima lavorazione o di “non lavorazione” del terreno contribuiscono ad economizzare le pratiche agronomiche e soprattutto a ridurre l’impatto ambientale delle stesse. La giornata dedicata alle innovazioni si è conclusa con la proclamazione dei vincitori del concorso denominato “Game Changers in Indian Agriculture”, finalizzato a valorizzare quelle idee, promosse dagli studenti delle Università e delle Scuole di agraria del Paese, che possono rappresentare un “punto di svolta” rispetto ad alcune necessità dell’agricoltura indiana. Il primo premio – consegnato dal presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – è andato ad un giovane ricercatore che ha sviluppato un particolare modello di diserbatrice, in grado di estirpare con efficacia le piante infestanti, evitando il ricorso a diserbanti chimici e quindi riducendo sensibilmente l’impatto ambientale di questa pratica che resta fondamentale  per proteggere le colture e ottimizzarne le rese.

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