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Bioeconomia

ENABLING, un progetto europeo per la Green Economy

A partire dal prossimo dicembre FederUnacoma, in stretta collaborazione con Itabia - Italian Biomass Association, coordinerà un progetto europeo finalizzato a promuovere l'impiego di materie prime naturali e rinnovabili per un'industria a basso impatto ambientale. Su questo fronte una maggiore sinergia tra settori produttivi, mondo della ricerca e decisori politici, potrà fornire una spinta determinante all'affermazione di mercati innovativi

di Matteo Monni
novembre 2017 | Back

Siamo abituati ad associare alla Green Economy l’idea di una grande sfida che riguarda il futuro, mentre manca una chiara percezione di quanto questa sia già oggi una realtà solida da cui ci si possono aspettare ancora infinite opportunità di ulteriore sviluppo. A tal proposito il recentissimo Rapporto “GreenItaly 2017”, elaborato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere, ci fornisce delle informazioni molto interessanti su quanto e come l’economia europea e in particolare quella italiana si stia orientando – quasi spontaneamente – verso un uso sostenibile di energia e risorse, sfruttando l’innovazione tecnologica e mantenendo una stretta relazione con qualità e bellezza, rispetto dell’ambiente e della coesione sociale. Dai dati del Rapporto si evince che in Italia, dall’inizio della crisi ad oggi, quasi un’impresa su tre ha scommesso sulla green economy ammodernando i propri stili produttivi e rafforzando le sinergie con il mondo della ricerca. Per esempio nel settore dell’industria manifatturiera il 33,8% delle aziende ha visto nelle strategie green un driver vincente con cui accrescere la propria competitività, le esportazioni, i fatturati e l’occupazione qualificata. Infatti, alla nostra green economy si devono poco meno di 3 milioni di posti lavoro – il 13% dell’occupazione complessiva nazionale – che danno impiego a persone con competenze “verdi” e che contribuiscono alla formazione di 195,8 miliardi di euro di valore aggiunto. Non è un caso che le figure professionali riferibili ai green jobs (per es. ingegneri energetici, agricoltori biologici, tecnici meccatronici, installatori di tecnologie energetiche a basso impatto, ecc.) rappresentano il 60% delle assunzioni previste per il 2017. Una dinamica che è in linea con il Piano Nazionale Impresa 4.0, con cui il governo intende ridurre impatti di tipo energetico e ambientale rendendo i processi produttivi più efficienti evitando gli sprechi e riutilizzando materiali. In tale quadro, nazionale ed europeo, si inserisce perfettamente il progetto ENABLING - Enhance New Approaches in BioBased Local Innovation Networks for Growth finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 per il quale FederUnacoma svolgerà il ruolo di coordinatore amministrativo e Itabia si occuperà del coordinamento tecnico-scientifico. Il progetto, che avrà inizio nel dicembre 2017 e durerà 36 mesi, coinvolge complessivamente 16 partner di 13 Paesi diversi (Italia, Belgio, Norvegia, Irlanda, Austria, Bulgaria, Gran Bretagna, Olanda, Grecia, Repubblica Ceca, Israele, Francia, Germania). Nell’ambito di ENABLING verranno attivate una serie di azioni volte a facilitare lo sviluppo della bioeconomia puntando sulla massima valorizzazione di materie prime di origine biologica – residuali o appositamente coltivate – da destinare a diversi settori con grandi potenzialità di sviluppo come la chimica verde, il tessile, l’automotive, la nutraceutica, la bioedilizia, ecc. La logica è quella di promuovere la decarbonizzazione dell’economia sia contenendo il consumo di risorse attraverso la valorizzazione di un ampio ventaglio di residui, sia riducendo il ricorso alla chimica di sintesi che utilizza materie prime derivanti dal petrolio per passare a produrre per esempio bioplastiche, coloranti e fibre naturali, o composti chimici ricavati da fonti biologiche e rinnovabili con elevata biodegradabilità. A tal fine un forte impegno sarà rivolto alla creazione di banche dati ricche di informazioni (disponibilità di biomasse, buone pratiche, know how tecnologico e scientifico, ecc.) da far circolare attraverso una vasta rete di stakeholders appositamente creata. In questo modo sarà possible il trasferimento di esperienze ben selezionate verso operatori e aziende del compato agricolo (principali fornitori della biomassa) e di quello industriale (potenziali fruitori). Attraverso un programma articolato di contatti, sia con incontri diretti sul territorio, sia attraverso una piattaforma virtuale di intermediazione, si potrà giungere ad un livello di condivisione efficace delle informazioni circa le reali opportunità d’impiego della biomassa nel mercato europeo dei biobased product (BBP). In estrema sintesi le attività con cui si intende raggiungere l’obiettivo sono: creare una piattaforma europea come base per discutere e condividere le informazioni utili, i dati rilevanti e i modelli di riferimento da proporre durante il progetto e oltre; identificare lo stato dell’arte e il potenziale di sviluppo dell’industria dei BBP rispetto alle biomasse residuali agricole; colmare la carenza di informazioni sul mercato innovativo dei BBP con la creazione di una banca dati condivisa ed esaustiva; rafforzare il know-how e la diffusione delle migliori pratiche relative alle filiere produttive di BBP che dall’impiego di biomasse residuali agricole abbiano sbocchi nel mercato UE; condividere e sviluppare modelli sostenibili di filiere dei BBP come supporto alla green economy europea; sviluppare le linee guida utili a sostenere la strategia dell’UE e il piano d’azione verso una bioeconomia sostenibile entro il 2020. Inoltre, dall’interpolazione e analisi delle azioni proposte si potranno stimare le ricadute economiche, ambientali e sociali riconducibili all’industria dei prodotti a base biologioca con anche delle previsioni di crescita nel mercato europeo. Auspicabilmente questo progetto costituirà un utile strumento per i decisori politici nel definire le strategie appropriate per incoraggiare gli investimenti nel settore della bioeconomia tenendo in dovuta considerazione una serie di aspetti limitanti come la concorrenza sull’uso di risorse con sbocchi plurimi. Le nuove prospettive di impiego della biomassa nella sfera della bioeconomia permetteranno di pianificare al meglio la gestione dei residui agricoli in un’ottica di filiera che integra differenti settori produttivi con il coinvolgimento di imprenditori, scienziati e amministrazioni locali. Il progetto ha l’ambizione di stimolare l’innovazione collaborativa che l’industria dei BBP può generare nei diversi settori dell’agricoltura europea dell’UE attraverso il miglioramento dello scambio di esigenze e conoscenza tra gli operatori e il mondo accademico in un momento in cui molti agricoltori stanno sperimentando – attraverso la multifunzionalità aziendale – soluzioni innovative e sostenibili per incrementare il reddito e migliorare la gestione dei loro terreni. Se, come detto in precedenza, la green economy cresce, l’agricoltura vive da anni una crisi strutturale con conseguenze negative sulla gestione degli agro-ecosistemi fino all’abbandono dei terreni agricoli. In questo scenario una potrebbe fare da traino all’altra e la sinergia rafforzerebbe certamente entrambe. La diversificazione colturale mediante l’introduzione di nuove colture o una migliore valorizzazione delle colture tradizionali e degli scarti produttivi possono associarsi alla nascita di bioraffinerie come nuove opportunità di sviluppo e tutela del territorio. Come ha evidenziato il Focus Group del Partenariato europeo d’innovazione per la produttività e la sostenibilità agricola (EIP-AGRI), spesso gli agricoltori non riescono a tradurre le loro migliori intenzioni in azioni concrete per una inspiegabile difficoltà a far circolare informazioni oggi ampiamente disponibili. Infine, poichè la divulgazione dei risultati del progetto ha una grande importanza è stato stabilito che la conferenza conclusiva di ENABLING si terrà a Bologna nel 2020 in occasione di EIMA internazional.

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