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Trattori: il mercato globale rallenta, ma il trend resta positivo

Nel 2023 rallenta la crescita del mercato agromeccanico, che in alcuni Paesi registra una flessione a doppia cifra. Tensioni geopolitiche, inflazione e rialzo dei tassi di interesse i fattori che hanno condizionato il settore

di Giovanni M. Losavio
gennaio 2024 | Back

Nei mesi compresi tra gennaio e novembre dello scorso anno segnano per il mercato globale delle trattrici una frenata rispetto agli elevati volumi di vendita visti nel 2022 e, soprattutto, nel 2021. I dati attualmente disponibili, diffusi dalle associazioni di categorie dei principali Paesi e rielaborati da FederUnacoma, indicano infatti un sensibile rallentamento per il Canada e gli Stati Uniti, che sperimentano – rispettivamente – un calo del 10,4% e dell’8,4%, e un andamento a due velocità per l’Europa. Se Germania e Francia, le due locomotive del mercato europeo, si confermano sostanzialmente sugli stessi valori del 2022, i due Paesi di riferimento per l’area mediterranea, Spagna e Italia, registrano invece una marcata flessione: la prima “chiude” il periodo con un calo del 9,3%, la seconda con una contrazione dell’11,8%. Di segno opposto il Regno Unito che, incrementa le vendite dell’1,6%. Spostandoci verso l’Asia, spicca il robusto incremento della Turchia (+24% ad ottobre), mentre – ancora più ad est – il “gigante indiano” si conferma ai vertici del mercato globale. Tra gennaio e novembre in India sono state vendute ben 871 mila trattrici (più o meno lo stesso numero del 2022) che a fine anno dovrebbero portare il subcontinente a superare ancora una volta quota 900 mila.

Un mercato condizionato dalle variabili geopolitiche. I dati sull’andamento dei mercati globali sono stati illustrati lo scorso 18 gennaio dalla presidente di FederUnacoma, Mariateresa Maschio, nel corso della conferenza stampa che ha presentato in streaming l’edizione 2024 di EIMA. «Per il nostro settore, il 2023 è da annoverare tra gli anni particolarmente difficili. Il mercato è stato condizionato da un insieme di fattori che – ha detto la presidente di FederUnacoma – hanno contribuito a penalizzare il commercio delle macchine agricole, pur in presenza di una domanda che sappiamo potenzialmente molto elevata». Nello scenario globale, i fattori che maggiormente hanno pesato, e che continuano anche oggi a pesare sul comparto agromeccanico mondiale, sono in particolare quelli relativi all’incertezza economica, determinata in buona parte dalla guerra fra Russia e Ucraina e dalle conseguenti black list e sanzioni commerciali, ed ora aggravata dal nuovo conflitto in Medio Oriente. L’inflazione – che ha comportato soprattutto in Europa un sensibile aumento dei costi di produzione e quindi del prezzo finale dei macchinari – e l’aumento dei tassi d’interesse, praticato in primo luogo dalle banche centrali europea e statunitense, sono ulteriori elementi di instabilità che stanno influenzando le vendite di mezzi meccanici per l’agricoltura. 

I trend di lungo periodo. La flessione del 2023 si inserisce comunque in uno scenario caratterizzato, nel medio e lungo termine, da una sensibile crescita della domanda mondiale di trattrici, come peraltro evidenziano i dati di vendita delle trattrici negli ultimi otto anni. Se si confrontano i livelli del 2015 e quelli del 2022 si notano infatti vistosi incrementi in quasi tutti i mercati. Gli Stati Uniti sono passati dalle 205 mila unità del 2015 alle 271 mila del 2022, l’India è passata da 484 mila trattrici a 912 mila, l’Europa occidentale da 171 mila a 196 mila, il Giappone è passato da 20 mila e 34 mila trattrici, il Canada da 24 a 31 mila, la Russia da 22 mila a 35 mila, e tutti i principali Paesi si sono attestati su livelli elevati. Negli otto anni considerati, il numero di trattrici complessivamente censite a livello mondiale è passato da poco più di 1,9 milioni a quasi 2,5 milioni. Il trend è strettamente legato all’evoluzione delle economie agricole. «Tutti i Paesi si confrontano con la necessità di soddisfare una domanda alimentare in crescita sia dal punto di vista delle quantità che da quello della qualità delle produzioni. In ogni contesto produttivo e per ogni modello di impresa agricola – ha sottolineato Mariateresa Maschio – la dotazione di mezzi meccanici moderni è fondamentale, non solo per aumentare le rese, ma per ridurre l’uso di fertilizzanti e antiparassitari, diminuire il consumo di acqua, di preservare la biodiversità, migliorare la qualità della vita delle comunità rurali». Proprio per questo, anche nella fase drammatica della pandemia, quando il blocco temporaneo della produzione in tutti i maggiori Paesi, le difficoltà nei trasporti e nella logistica e l’incertezza economica generale hanno colpito pesantemente quasi tutti i comparti produttivi, il settore della meccanica agricola ha mostrato una buona resilienza.

Cosa aspettarci per il futuro? Le ultime settimane dello scorso anno e le prime del nuovo sono state segnate da un ulteriore peggioramento del quadro geopolitico, con il conflitto armato in Medo Oriente che sta creando nuove tensioni nella logistica e nelle catene di approvvigionamento (basta considerare quanto sta accadendo nel Mar Rosso) e che rischia di tornare ad accendere la miccia dell’inflazione. Sbilanciarsi in previsioni potrebbe essere, attualmente, un azzardo. Tuttavia, se appare verosimile che nel breve periodo il mercato potrebbe essere ancora condizionato dalle variabili internazionali e da fattori di natura congiunturale, nel lungo termine è probabile che prevalgano quei fattori strutturali cui si è fatto riferimento precedentemente, confermando quei trend di crescita visti tra il 2015 e il 2022. Secondo la FAO, nei prossimi nove anni – vale a dire entro il 2032 – lo sfruttamento dei terreni ad uso agricolo è destinato ad incrementarsi complessivamente del 15%, e insieme ad esso anche le coltivazioni intensive (+6%). Sempre la FAO stima che con la messa a coltivazione di nuovi terreni, nei prossimi tre anni dovrebbero aumentare anche i rendimenti agricoli, soprattutto nelle regioni dell’India, dell’Africa settentrionale, dell’Africa subsahariana, del Medio Oriente e del Pacifico, con aumenti percentuali compresi tra il 24% del subcontinente indiano e dei territori subsahariani e il 14% della regione asiatica del Pacifico. Il fenomeno interesserà anche America latina e Caraibi (+12%), Cina (+10%) mentre in Nordamerica (+8%), e in Europa e Asia centrale (+7%) si dovrebbero registrare tassi di crescita meno pronunciati. Insomma, se il 2024 si prefigura come un anno con diverse ombre – a novembre l’indice di clima diffuso da Agrievolution (l’alleanza tra le associazioni che rappresentano i costruttori di macchine agricole nel mondo) è entrato in territorio negativo – esso non sembra tuttavia aprire la strada a una prolungata fase recessiva. La società di consulenza Export Planning prevede per i prossimi quattro anni un incremento del commercio mondiale di macchine agricole che, tensioni geopolitiche permettendo, da qui al 2027 dovrebbe registrare per i trattori un tasso di crescita medio annuo pari al 6,3%.

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