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Tecnica

I dispositivi di protezione individuale contro il rumore

Per un’opportuna salvaguardia dell’apparato uditivo in molte lavorazioni agricole è richiesto l’utilizzo dei DPI acustici. Dai tamponi alle cuffie la scelta è ampia, da effettuarsi in funzione dell’attenuazione sonora necessaria e delle condizioni climatico-ambientali

di Lavinia Eleonora Galli
maggio-giugno 2025 | Back

Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) contro il rumore rappresentano un elemento fondamentale per la tutela della salute dei lavoratori esposti a livelli di rumorosità elevati. L’esposizione prolungata a rumori intensi, infatti, può provocare danni irreversibili all’udito, come la perdita della sensibilità uditiva, acufeni (anche permanenti) fino, nei casi più gravi, all’insorgenza di sordità professionale. Pertanto, la protezione dell’apparato uditivo è regolamentata da precise normative atte alla tutela degli operatori impiegati in ambienti particolarmente rumorosi. Tra le diverse misure che possono essere applicate per l’eliminazione (o almeno la riduzione) del rischio acustico, i DPI rappresentano una soluzione immediata e generalmente a basso costo. Si tratta di un insieme di dispositivi comprendenti diverse tipologie, da selezionare in base ai livelli sonori, alla durata dell’esposizione, alle caratteristiche timbriche del rumore, alle esigenze operative, oltreché naturalmente alle preferenze personali dei soggetti coinvolti. Tra le soluzioni più comuni si trovano gli inserti auricolari e le cuffie antirumore. I primi, meglio noti anche come “tappi” o “tamponi”, possono essere monouso o riutilizzabili. Come suggerito dal nome, devono essere inseriti direttamente nel condotto uditivo esterno, per ridurre opportunamente la percezione sonora. Diversamente dai tamponi, le cuffie isolano esternamente l’orecchio, avvolgendo completamente il padiglione auricolare; inoltre, assicurano una protezione meccanica più ampia, particolarmente indicata in ambienti con forti pressioni sonore intermittenti o di lunga durata. Ai classici DPI antirumore (tamponi e cuffie) si sono affiancati da tempo anche altri dispositivi come gli archetti auricolari o ancora combinazioni di DPI multi-protezione, come ad esempio i caschi con cuffie integrate (utilizzati ad esempio in ambito forestale, specie nelle routine di taglio del legname con la motosega), e cuffie comprendenti un sistema di comunicazione via radio.

Le normative per i DPI antirumore. Un valido riferimento tecnico per la progettazione, la classificazione e la verifica delle prestazioni dei dispositivi di protezione individuale contro il rumore è costituito dalla norma europea EN 352, che si articola in più sezioni dedicate alle diverse tipologie, come ad esempio quella per le cuffie antirumore (EN 352-1) e per i tamponi (EN 352-2), stabilendo per ciascuna requisiti costruttivi e prestazionali. Un aspetto fondamentale riguarda la valutazione dell’attenuazione acustica, cioè la capacità di un DPI di ridurre il livello di rumore percepito da chi lo indossa. Viene accertata con test standardizzati in laboratorio, in modo da ottenere risultati affidabili e confrontabili (v. box).

Per quanto riguarda in particolare i tamponi, la EN 352-2 stabilisce che devono adattarsi al meglio al canale uditivo, garantendo un adeguato isolamento dal rumore e un ottimale livello di comfort all’utilizzatore. A tale proposito, vengono anche considerate le naturali differenze anatomiche del canale uditivo dei vari individui, un fattore molto importante da tenere presente per l’efficacia reale del dispositivo. Le cuffie antirumore, normate dalla EN 352-1, devono invece soddisfare anche requisiti legati alla loro costruzione. Devono esercitare una pressione corretta (ma non eccessiva) nelle zone temporali, per garantire un sufficiente isolamento dall’ambiente esterno e devono essere realizzate con materiali resistenti ai fattori ambientali e all’usura, in modo da mantenere invariate le prestazioni nel tempo.

Gli inserti auricolari. Per la loro praticità, costituiscono di fatto la soluzione maggiormente adottata per la protezione dell’udito. Si possono classificare in tre categorie. I tamponi monouso: sono realizzati con schiuma espansa che si adatta facilmente alla conformazione del canale uditivo, assicurando un’adeguata protezione. Si tratta di dispositivi apprezzati anche per l’igiene (sono, appunto, monouso) e per il costo contenuto, risultando pertanto ideali in situazioni nelle quali è richiesta una protezione occasionale o a breve termine.

I tamponi riutilizzabili sono prodotti con materiali più resistenti, come il silicone o altre materie plastiche modellabili, permettono un utilizzo prolungato nel tempo, risultando igienizzabili. Garantiscono un buon equilibrio tra comfort, durata e protezione, ma richiedono manutenzione e pulizia scrupolose, per garantirne l’efficacia e prevenire eventuali infezioni a carico dell’orecchio esterno.

I tamponi personalizzati vengono realizzati su misura, in base all’anatomia specifica del condotto uditivo dell’utente, in modo da offrire un livello di comfort superiore e una migliore efficacia nella riduzione del rumore percepito. Per questo, sono adatti a coloro che devono indossare i DPI per periodi prolungati o che hanno difficoltà nell’uso dei modelli standard.

L’uso corretto degli inserti auricolari è fondamentale per assicurare una protezione ottimale. È necessario inserire il dispositivo nel canale uditivo con attenzione, seguendo scrupolosamente le istruzioni del produttore, in modo da ottenere una sigillatura efficace e ridurre al minimo la penetrazione delle onde sonore. A questo è necessario aggiungere una particolare cura nella manutenzione, nello stoccaggio (per i modelli riutilizzabili) e nella sostituzione periodica, per ragioni igieniche (soprattutto per i modelli usa e getta) o nel caso i dispositivi riutilizzabili riportino danni strutturali.

Le cuffie antirumore. Progettate per isolare l’intero padiglione auricolare, agiscono come una barriera fisica che riduce l’intensità del rumore che può raggiungere la membrana timpanica attraverso il condotto uditivo. Le cuffie possono assicurare l’attenuazione sonora in modo passivo o attivo. Nel primo caso, il padiglione auricolare è completamente segregato grazie ad un guscio riempito di materiale fonoassorbente, ovvero schiuma o silicone, a creare un isolamento “meccanico”. Si tratta di modelli semplici, affidabili e con manutenzione ridotta; sono particolarmente efficaci per la riduzione di rumori di livello costante e a bassa frequenza. Viceversa, le cuffie attive integrano sistemi elettronici di cancellazione del rumore (noise-cancelling), che rilevano il rumore ambientale e generano di conseguenza onde sonore in controfase per neutralizzarlo (v. box).

Grazie a design attentamente studiati dal punto di vista ergonomico e all’adozione di materiali leggeri, molti modelli sono di uso agevole anche in caso di impiego prolungato. La pulizia periodica delle imbottiture e il controllo dell’integrità dei componenti è fondamentale per mantenere invariate nel tempo le prestazioni acustiche. L’adozione delle cuffie antirumore è ormai prassi comune in numerosi settori industriali, tra cui la lavorazione del legno, la metallurgia, la cantieristica e il settore aeronautico ecc., dove i livelli di esposizione al rumore superano frequentemente i limiti stabiliti dalle normative. Non è così invece purtroppo nel settore agricolo, e segnatamente nella conduzione di talune macchine semoventi estremamente rumorose (ad esempio, i trattori cingolati e i motocoltivatori) e nell’impiego di attrezzature a gestione manuale, come le motoseghe e i decespugliatori. Si tratta di situazioni di indubbia criticità, nelle quali l’impiego sistematico e diligente di DPI antirumore costituirebbe un importante aspetto per il benessere degli utilizzatori.


La valutazione dell’attenuazione acustica

I DPI antirumore vengono certificati in base alla loro capacità di ridurre il rumore effettivamente percepito, espressa in base a diversi metodi, come segue:

- APV (Assumed Protection Value): fornisce l’attenuazione in decibel (dB) per ciascuna banda di frequenza d’ottava (in genere tra 125 e 8000 Hz). Si tratta di dati utili per un’analisi dettagliata;

- H, M, L: sono 3 valori riassuntivi che indicano l’attenuazione per le alte (High), medie (Medium) e basse (Low) frequenze, per una valutazione più sintetica, ma comunque ancora specifica;

- SNR (Simplified Noise Reduction): rappresenta l’attenuazione globale del DPI, espressa tramite un unico valore in dB, così da rendere il confronto tra dispositivi più immediato.


I vantaggi degli inserti auricolari su misura

La produzione dei tamponi personalizzati inizia con la rilevazione del condotto uditivo del soggetto, eseguita da un tecnico specializzato, da cui si ricava un modello sulla base del quale viene realizzato il prodotto finale, solitamente in silicone anallergico e durevole, simile al materiale adottato per la produzione dei ciucciotti per i neonati. Nella loro versione più evoluta, questi tamponi possono essere integrati con specifici circuiti elettronici, in grado di ridurre selettivamente il rumore, mantenendo inalterata la percezione di componenti sonore utili, come la voce umana o i segnali d’allarme. Risultano quindi ideali per ambienti di lavoro rumorosi, ma anche per chi pratica sport o è particolarmente sensibile ai rumori intensi.


La cancellazione attiva del rumore

È una tecnologia evoluta, sempre più frequentemente adottata nei dispositivi di protezione acustica. Si basa su un sistema composto da microfoni, processore digitale e altoparlanti, finalizzato ad “annullare” (in realtà, attenuare selettivamente) il rumore esterno.

I microfoni rilevano il rumore ambientale, analizzato in tempo reale da un processore che genera un'onda sonora di pari ampiezza, ma con fase opposta di 180°, riprodotta dagli altoparlanti. L'interferenza tra le due onde “neutralizza” il rumore riducendolo fino a 20 dB(A).

Alcuni modelli permettono regolazioni personalizzate, non solo “on/off”, ma anche in base a determinate modalità, per filtrare selettivamente alcune componenti sonore. Si tratta di una caratteristica particolarmente vantaggiosa anche in ambito agricolo, dove è importante assicurare un’adeguata percezione di segnali sonori, ad esempio di malfunzionamento meccanico del macchinario, senza essere esposti a livelli dannosi. Si tratta quindi di una tecnologia che non solo protegge l’udito, ma migliora anche la sicurezza operativa.

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